Piero Maroncelli
Patriota, musicista e poeta forlivese. Nato a
Forlì nel 1795 e morto a New York nel 1846.
La sua figura di acceso patriota è stata resa nota dalle
nobili parole con cui Silvio Pellico, suo compagno di prigionia
allo Spielberg, lo descrisse ne 'Le Mie Prigioni'.
La vita
Nato a Forlì nel 1795, fin da bambino mostra grande
talento per la musica, tanto che, grazie ai suoi concittadini,
riesce ad ottenere una borsa di studio. Parte nel 1810 alla volta
di Napoli dove si forma musicalmente e letterariamente e dove
prende i primi contatti con la massoneria.
Nel 1815 si sposta a Bologna per continuare gli studi musicali.
Contemporaneamente fonda una piccola organizzazione settaria di
matrice carbonara.
Nel 1817 torna a Forlì dove continua e intensifica la sua
attività di cospiratore. Dopo un breve periodo di prigionia
nel 1818 torna nella sua città per continuare la sua
attività di propaganda in molti centri della Romagna.
All'inizio del 1819 Maroncelli è fra i creatori e i
divulgatori di uno dei primi fogli clandestini del Risorgimento, il
forlivese Quadragesimale Italiano, il quale si muove in
ottica costituzionale monarchico-federalista. Nell'estate dello
stesso anno si trasferisce a Milano diventando il principale
organizzatore della Carboneria lombarda, iniziando alla stessa
l'amico Silvio Pellico, e cominciando a frequentare anche gli altri
personaggi del 'Conciliatore'.
Il 6 ottobre 1820 viene arrestato, processato e condannato a morte,
pena successivamente commutata nel carcere duro allo Spielberg dove
entra il 10 aprile 1822.
Uscito dallo Spielberg il 26 luglio 1830 lavora alla stesura delle
composizioni elaborate in carcere: Rimembranze; Quindici
Rose; Tradizioni Itale; Carmi Levi; Psalterio
Italo; Melodie Spielbergiche. Scrive inoltre
Addizioni alle Mie Prigioni, aggiunte al famoso libro di
Pellico.
Nel 1831 si trasferisce a Parigi dove sposa la cantante lirica
Amalia Schneider, ma a causa di problemi economici nel 1833 si
trasferisce nuovamente e si stabilisce a New York dove insegna
musica e diventa direttore di diverse Istituzioni musicali. Provato
moralmente dalle sue stesse predicazioni politiche, viene anche
sospettato di squilibrio mentale a causa delle sue idee di tipo
socialista.
Muore a New York nel 1846.