Già sul finire del Cinquecento, Forlì, insieme a quella Romagna che era periferia di confine dello Stato della Chiesa, si avviava verso una stagione di stagnazione politica a cui corrispondeva, sul versante economico, una strategia di pressione fiscale. In questo contesto si affermava il potere delle famiglie che avevano consolidato patrimonio e ricchezze sulle rendite fondiarie e sul commercio. Fu la zona di Corso Garibaldi ad essere interessata a quel processo di trasformazione che investiva gli edifici già esistenti, dimore ormai inadeguate ai nuovi canoni dell'abitazione. La costruzione del Palazzo Piazza Paulucci (Piazza Ordelaffi, 1) venne avviata nel 1673, il periodo di massimo splendore della famiglia Piazza. L'aspetto attuale dell'edificio è però frutto dei lavori di restauro (1936) affidati all'architetto Cesare Bazzani, così pure l'invenzione del giardino interno. Passando per Piazza del Duomo giungiamo in Corso della Repubblica dove andiamo a visitare Palazzo Albicini (Corso G. Garibaldi, 82) che inglobava il corpo più consistente delle residenze degli Ordelaffi, declassate quando scelsero il Palazzo Comunale a dimora ufficiale nel XV secolo. Con gli Albicini, tra il XVII e il XVIII secolo la facciata acquistò la linearità di un corpo unico con l'eliminazione dei dislivelli, senza tuttavia che venisse alterato l'impianto destinato a diventare modello della tipologia residenziale dei palazzi cinquecenteschi. Proseguiamo poi per il corso fino a giungere al corpo imponente di Palazzo Gaddi (Corso G. Garibaldi, 96) che mostra oggi ancora leggibili le tracce delle fabbriche che si sono susseguite nel tempo. Dell'edificio originario rimane il portico con la loggia e la sala con i peducci assegnabili al tardo Cinquecento, ma è settecentesco l'intervento di recupero e di valorizzazione del palazzo con il salone e la scala ad esso intimamente correlata. Attualmente Palazzo Gaddi è sede espositiva del Museo del Risorgimento e del Museo del Teatro. Svoltiamo ora in via Placucci fino a raggiungere via Maroncelli dove, sviluppato per accorpamenti di fabbriche diverse che disegnano una corte interna di forma irregolare, troviamo Palazzo Sassi Masini (Via Maroncelli, 15) uno dei più anomali edifici nel panorama cittadino. Sul finire del XVII secolo le quattro diverse unità vennero raccordate per creare un suggestivo proscenio a chiusura della corte che si affacciava su Via Maroncelli. Dall'androne di ingresso al cortile è ancora visibile il gruppo scultoreo che rappresenta il Ratto di Proserpina, inserito in una nicchia a chiusura del fondale scenografico. Continuiamo a percorrere via Maroncelli e prendiamo via Delle Torri fino a giungere in Piazza Saffi. Da qui imbocchiamo Corso Armando Diaz fino al seicentesco Palazzo Orsi Mangelli (Corso Diaz, 43-45). L'edificio venne acquistato nel 1802 dal cardinale Paolo Orsi Mangelli, che si curò di connettere quelle parti che appartenevano ad unità diverse. La facciata sontuosa, con i due ingressi monumentali e la scansione modulare di paraste, capitelli e timpani, anticipava i fasti neobarocchi dell'interno: la decorazione illusionistica dello scalone si apriva su un paesaggio da Arcadia, aereo e già barocchetto.
A cura della Redazione di Turismo Forlivese, Piazza Saffi 8, 47121 Forlì - iat@comune.forli.fc.it - Tel. 0543 712362
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