Sito archeologico della città romana di Mevaniola, scavato a
più riprese dalla Soprintendenza archeologica dell'Emilia -
Romagna.
Della città romana sono visibili alcune strutture delle
terme pubbliche, il teatro dalla caratteristica pianta
riconducibile a modelli greco-ellenistici e una piccola
cisterna.
(Visita anche il tema 'Archeologia nel forlivese').
I resti della città romana di Mevaniola sono situati
su un terrazzo fluviale a nord del Borgo di Pianetto. L'area
archeologica è delimitata dal torrente Rio Secco, da cui
provengono corredi tombali databili al VI sec. a.C., e dal torrente
Catenacciano.
Probabilmentela zona mevaniolense in età preromana era
abitata da popolazioni umbre. Potrebbe costituirne una prova
l'inserimento dei territori di Mevaniola e di Sarsina,
secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio, nella VI regione
augustea Umbria e non nella VIII Aemilia, come i
vicini centri di Forum Livi e Forum Popili. Poco
conosciamo della romanizzazione e delle prime fasi di vita
dell'abitato. Infatti gli scavi archeologici hanno per ora
individuato strutture in prevalenza riconducibili alla tarda
età repubblicana (I sec. a.C.). Gli edifici pubblici
scoperti sembrano organizzarsi attorno allo stradello che
attraversa l'area archeologica e che sicuramente ricalca
l'andamento di un'importante via cittadina (forse il decumano
massimo).
Salendo lo stradello incontriamo sulla sinistra alcune strutture
riconducibili alle terme pubbliche, parzialmente scavate intorno
agli anni '60, di cui oggi si vede un ambiente rettangolare con una
struttura semicircolare (una vasca?), forse facente parte della
zona riscaldata dall'impianto. Dagli scavi delle terme proviene
un'iscrizione a mosaico, oggi conservata nel Museo civico 'Mons.
Domenico Mambrini', databile intorno alla metà del I sec.
a.C., che ricorda il rifacimento di impianti idrici legati alle
terme. Oltre alla singolarità della tecnica scrittoria, il
mosaico è interessante perchè attesta la presenza a
Mevaniola della gens Caesii, famiglia che occupava un
posto di prestigio in molti municipi umbri (Mevania,
Sassina, ecc.) e che ci consente 'di seguire le tappe del
graduale processo di romanizzazione dell'Italia' (F. Cenerini).
A nord-ovest dell'impianto termale (a destra dello stradello) era
l'ipotetica area forense (oggi interrata) con la piazza di forma
rettangolare (60 x 36,5 m circa) pavimentata in lastre d'arenaria
con inserti in marmo rosso di Verona. Su un lato breve, ad oriente
del foro, era forse situata la basilica di pianta rettangolare (15
x 35 m circa).
In un'area a nord del foro è stata scoperta, nella campagna
di scavi del 1951, una grande chiave (lunghezza 24 cm) databile al
I° sec. a.C. con corpo in ferro e impugnatura bronzea a testa
di cane molosso e che rappresenta un unicum dell'Italia
romana. A monte del foro troviamo il piccolo teatro (I° sec.
a.C.) che risponde a modelli costruttivi di tipo greco-ellenistico
(orchestra a circonferenza piena tangente alla scena rettilinea,
corridoi laterali obliqui), usato forse anche per pubbliche
riunioni, vista la sua vicinanza all'area forense. Rimangono oggi
nella cavea tre ordini di gradinate, probabilmente quelle superiori
poggiavano su di un terrapiano oppure erano costituite da strutture
lignee. Di fianco al teatro si trova la cisterna quadrangolare per
la raccolta delle acque.
Recentemente (1993) è stata scavata parte della necropoli
cittadina i cui corredi sono esposti nel Museo Mambrini.
Il nome Mevaniola ricorda l'antica Mevania, oggi
Bevagna in Umbria, ma i rapporti fra le città e i due
toponimi non sono ancora ben chiari.
Indirizzo: 47010 Galeata (FC), Italia Telefono: Comune di Galeata - Ufficio Cultura
+39.0543.975416
Fax: +39.0543.975424
Periodi di apertura
Seppure recintata l'area è sempre visitabile. E'
possibile prenotare visite guidate telefonando all'Ufficio Cultura
del Comune di Galeata. Il sito aderisce all'iniziativa del MiBACT
promuovendo l'entrata gratuita ogni prima domenica del mese.
Come arrivare
Galeata dista da Forlì circa 34 km, percorrendo la S. P.
4 del Bidente. Proseguendo in direzione di S. Sofia, si prende la
vecchia carrabile tra Galeata e Pianetto e si imbocca lo stradello
vicinale a destra Canova - Basino poi si raggiunge a piedi l'area
archeologica.
Notizie aggiuntive
Dall'impianto termale proviene il mosaico pavimentale di Cesio
(I sec. a. C.), conservato presso il Museo civico 'Mons. Domenico
Mambrini'.
Tutti i materiali riventuti durante gli scavi o per ritrovamenti
occasionali sono esposti nel museo civico, in cui vi è una
sala dedicata alla città romana.
A cura della Redazione di Turismo Forlivese, Piazza Saffi 8, 47121 Forlì - iat@comune.forli.fc.it - Tel. 0543 712362
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