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Canale di RavaldinoCanale di Ravaldino - Interno


Le origini del canale di Ravaldino sono incerte, si pensa sia stato fatto costruire intorno al 1050 da Scarpetta Ordelaffi, capitano del popolo, che progettò il taglio di uno dei due rami del fiume Montone (fiume Aquaviva detto poi Rabbi) nella chiusa di Calanco (oggi zona di S. Lorenzo).



Indirizzo:  Corso Diaz - Piazza Saffi - Corso Garibaldi - Forlì

Come arrivare

Percorribile per 1895 metri, anche se quasi completamente interrato, consente l'attraversamento della città dalla Porta di Ravaldino fino all'estremità nord-occidentale del centro storico: il condotto ha una larghezza media di 4-5 metri per un'altezza media di 2-3 metri.

 

 Informazioni

Nel 1202 il canale fu nella sua parte finale fino alla confluenza nel Ronco in zona ravennate.
Il canale attraversava la città di Forlì entrando da Barriera A. Saffi, attuale Barriera Ravaldino, e uscendo sotto i fabbricati del Molino Grata (Schiavonia). Il tratto che attraversava la città era in alcuni punti coperto e in altri scoperto ed attraversato da ponti e passerelle, incassato e in parte arginato e costeggiava o la strada principale del Rabbi (Forlì-Predappio) o il fiume Rabbi. Era scoperto lungo la via dei Camaldolesi (oggi via Caterina Sforza) dove alimentava un pubblico lavatoio all'angolo di via Chiàvare (oggi Andrelini), e il mulino Faliceto più avanti.


Dopo aver corso un breve tratto sotterraneo, ricompariva in fondo alla via Merenda, sfiorava le mura del palazzo Gnocchi (oggi sede dell'Istituto Tecnico Statale Giorgina Saffi), e, di nuovo coperto, percorreva il tratto sotto la via Missirini, il Rialto Piazza, il loggiato del Municipio, corso Mazzini, ritornando scoperto lungo la via del Sole, dove era chiamato de' Marinàz e infine lambiva la torre Numai. Scorreva poi sotto la piazza delle Erbe e ricompariva nel cortile del palazzo Paolucci.

 Notizie aggiuntive

Nel 1459, Pio III Ordelaffi fece coprire il tratto del canale in corrispondenza del Municipio. Dopo molte lamentele e proteste, nel 1884 venne coperto anche il tratto di canale che andava da via Valverde sino a dietro il palazzo Gnocchi. Il canale, infatti, era diventato una grande cloaca maleodorante, dove venivano gettati tutti i rifiuti con pericolo di epidemie e malattie.


Per il dominio sulle acque del canale ci fu, alla fine dell'Ottocento, una controversia per la proprietà tra la Pubblica Amministrazione e l'Unione dei Molini di Ravaldino e Schiavonia che, ottenendone la proprietà, nel 1900 lo affidò, con un contratto trentennale, alla Società Elettrica.


Nel 1929 venne chiuso il tratto del canale in via del Sole. L'anno successivo, alla scadenza del contratto di affitto, la proprietà del canale passò all'Eridania, che ne acquisì tutti i diritti. Negli anni '50 fu coperto infine il tratto accanto al mulino Faliceto, all'interno delle mura cittadine.

Ultimo aggiornamento domenica 29 ottobre 2017

 

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