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Aurelio Saffi








Allievo prediletto di Mazzini, patriota, scrittore e politico.


Aurelio Saffi nacque a Forlì il 13 ottobre 1819 da nobile famiglia. Si laureò in legge a Ferrara nel 1841, poi visse per qualche tempo a Roma dove compì pratica forense. In questa città venne a contatto con i circoli storici ed intellettuali. Alla fine del 1844 ritornò a Forlì dove ricoprì il posto di segretario nell'Amministrazione della Provincia.


Nel 1846 divenne consigliere comunale. Fu eletto deputato all'Assemblea Costituente Romana, poi vice presidente della stessa l'8 febbraio 1849 e, dopo la proclamazione della Repubblica Romana, il 14 febbraio divenne Ministro dell'Interno. Diede subito inizio allo svolgimento di un programma sociale e di sicurezza interna, assegnando i locali del Demanio alle famiglie operaie ad un prezzo d'affitto simbolico.


Dettò le norme intorno alla distribuzione dei beni demaniali rurali alle classi agricole. Provvide all'abolizione dell'appalto dei sali e alla riduzione della tassa relativa. Tutelò la libertà di professione religiosa, la sicurezza dei cittadini e dei forestieri, iniziando inoltre l'ordinamento dell'esercito e la difesa del paese. Il 6 marzo giungeva a Roma Mazzini ed egli rimase affascinato dalla sua figura tanto che non l'avrebbe più lasciato. Il 29 marzo venne eletto a far parte del 2° Triumvirato con Mazzini e Armellini, difendendo tenacemente Roma.


Alla Caduta della Repubblica fuggì in Liguria, poi si recò in Svizzera ed infine fu a Londra, dove visse e lavorò al fianco di Mazzini riportando anche una condanna di 20 anni in contumacia.
Esule e ricercato dalla polizia austriaca, fu sempre in contatto con la realtà italiana, operando con tutti i mezzi a sua disposizione per l'unità della patria. Congiunta l'Emilia al Piemonte nel 1860 tornò in Italia e diresse 'Il Popolo d'Italia', giornale fondato da Mazzini.


Nel giugno del 1861 fu eletto deputato e, come profondo conoscitore di problemi economici e sociali, dette un contributo rilevante alle prime operazioni del Parlamento Nazionale.
Il 2 gennaio 1864 rassegnò le dimissioni e tornò in Inghilterra con la famiglia, dove rimase a fianco di Mazzini fino al 1867. Ritornò in Italia e, sebbene ricevesse costanti pressioni per continuare a prendere parte alle lotte politiche della Camera, preferì dedicare gli ultimi venti anni della sua vita agli studi e all'insegnamento presso l'Universita di Bologna, non disdegnando di svolgere nel Municipio della sua città la funzione di consigliere comunale. Morì nella Villa di San Varano, a Forlì il 10 aprile 1890.


E' sepolto a Forlì, in una cripta che si trova nel 1° lotto della parte sinistra del Cimitero Monumentale.



Ultimo aggiornamento mercoledì 14 settembre 2016

 

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